Una delle peggiori malattie feline attualmente mortali è la FIP o Peritonite Infettiva Felina.

Come avevo già scritto in un precedente articolo, questa malattia è molto difficile da diagnosticare poichè ha sintomi comuni ad altra malattie e, ad oggi, l’unico esame in grado di dichiare che un gatto è FIP+ al 100% è l’autopsia.

Esistono però diagnosi che, escludendo tutto il resto, finiscono poi per diventare una sorta di condanna a morte, poichè diagnosticare al 90% che si ha di fronte un caso FIP+ è abbastanza per iniziare a preoccuparsi seriamente.

Nel mio caso ho notato che Garù era dimagrito, ma subito ho pensato che fosse colpa degli ormoni, avevo sterilizzato la sorellina e aspettavo che lui fosse “pronto” prima di farlo castrare.

Spesso succede che i gatti maschi, quando raggiungono la maturità sessuale e iniziano a fiutare le femmine in calore, perdano peso e siano un po’ più inappetenti. In generale i gatti interi sono più facili allo stress e tendono a dimagrire.

Il fatto però che il mio gatto, Garù, non avesse subito mutamenti di comportamento e mangiasse regolarmente non mi aveva fatta allarmare più di tanto.

Il dimagrimento però iniziava ad essere un po’ troppo evidente, anche per un gatto Maine Coon.
Le primissime analisi del sangue eseguite mostravano un’anomalo valore alto delle proteine totali, poteva essere tutto e niente, quindi provammo con un ciclo di cortisonico e lo Zitac (poichè nei giorni precedenti aveva vomitato un paio di volte).

L’appetito non mancava e il peso pareva aumentare di nuovo.

Tutto sembrava procedere bene, fino a che il peso iniziò di nuovo a scendere.

Ancora una volta gli esami del sangue evidenziarono un valore alto delle proteine totali. Non era normale, bisognava indagare sulle cause di questo innalzamento di valori.

Una volta escluse FIV e FELV (rispettivamente “aids felina” e la leucemia felina) come cause di questi valori sballati, abbiamo proceduto con un’elettroforesi che avrebbe separato le proteine per identificare quale o quali del gruppo “proteine totali” erano troppo alte rispetto ai valori medi.

A questo punto il mio veterinario mi aveva già detto che l’elettroforesi su un campione di sangue ci avrebbe dato indicazioni per formulare una diagnosi e sulla terapia da fare, ma le ipotesi erano due: poteva essere una forma particolarmente virulenta di Toxoplasmosi, oppure la FIP (l’idea che potesse essere quest’ultima è nata dalle troppe anomalie del caso e dal fatto che era stato esclusa qualsiasi altra causa, eccetto appunto la Toxoplasmosi).

Come terapia, oltre al cortisonico, che aveva fatto scendere le proteine totali subito dopo la sua assunzione, e allo Zitac se il gatto avesse vomitato, avevamo fatto anche un ciclo di antibiotico in caso fosse Toxoplasmosi.

Questo perchè l’elettroforesi è un’analisi che va’ fatta in laboratorio creando delle colture per separare le proteine totali e identificarle, quindi nell’attesa avevamo comunque iniziato una terapia antibiotica per scongiurare altre infezioni.

Fin dalla prima visita il veterinario aveva consigliato di dare a Garù carne e pesce freschi, da affiancare al cibo secco e da sostituire/unire al cibo umido.

Inutile dire che Garù gradiva molto la carne e il pesce freschi fatti a crudo o appena sbollentati. alla sera si sedeva sulla mia sedia e iniziava a miagolare dal momento in cui prendevo il pentilo, a quello in cui gli davo il cibo nel piattino.

Quando si ha l’occasione credo sia sempre una buona idea offrire ai nostri gatti un po’ di pesce (nasello, merluzzo et simili) appena sbollentato o della carne macinata da mangiare cruda (sempre da offrire o cruda o appena sbollentata), come cibo extra, un premio se vogliamo, oppure da mischiare con una scatoletta di umido “completo”.

Garù, il mio amato gatto Maine Coon, mangiava con grande appetito, ma non prendeva peso, era magro, troppo magro, e, a parte la terapia antibiotica che lo aveva abbattuto parecchio, continuava a vivere la sua vita come nulla fosse.

Una cosa davvero straziante: vedi il tuo gatto magro, ma lo vedi abbuffarsi con gusto, sai che sta’ male eppure lui gioca, corre, salta e chiede tante coccole e attenzioni come sempre.

L’esito dell’elettroforesi fu’ come una ghigliottina sull’ultimo bagliore di speranza, una condanna a morte.

Il veterinario mi spiegava cosa non fosse andato bene in quel maledetto esame, ma io non capivo una sola parola, l’unica cosa che continuava a girarmi in testa era: “morirà”.
L’esito dell’elettroforesi sul campione di sangue fu’ una diagnosi di FIP al 98%.

FIP al 98% significa che non hai una cura da seguire, hai una terapia per allungargli la vita. Cicli di cortisonico quando i sintomi si fanno sentire di più, fermati e poi ripresi all’occorenza.

FIP al 98% significa che ti rimane solo un’ultimo dubbio: secca o umida?? FIP secca: meno virulenta, speranza di vita più alta, morte meno dolorosa (?), più tempo. FIP umida, veloce, dolorosa, poco tempo.

In seguito all’esito dell’elettroforesi prenotammo un’ecografia per vedere se c’era versamento di liquido (tipico della FIP umida) e come ulteriore conferma che fosse davvero FIP e che non si trattasse di altro, come ad esempio un linfoma (2% di possibilità).

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